Napoli, 11 novembre 2011-E’ una “inversione di tendenza” quella registrata in Campania tra il 2007 e il 2011. Stefano Caldoro, presidente della Giunta regionale campana, parte dai dati presentati dalla Banca d’Italia per illustrare i passi avanti compiuti per quella cha ha definito “Vertenza Campania”. “Motore della ripresa”, dice, è stato il settore dell’export, ma ha contato anche il turismo. “Nel secondo trimestre del 2011 l’estero ha contribuito alla crescita del Pil per lo 0,9 per cento – ha spiegato – Il tasso di crescita complessivo è stato minore solo a causa della liquidazione delle scorte accumulate nei mesi precedenti, che ora andranno ricostruite”. Nello stesso periodo, le esportazioni campane sono cresciute dell’8,5%. “Di meno rispetto ad altre realtà – ha sottolienato Caldoro – soprattutto a causa della lunga crisi della Fiat, finalmente risolta, che ha determinato una caduta nell’export delle auto del 29,4%”. Nel quarto trimestre del 2009, “fine della precedente legislatura”, ha precisato, era stato raggiunto il punto più basso, pari al 63,3%. “Abbiamo recuperato circa 3,5 punti, con un livello di scorte che è pari a quasi la metà di quella del 2009: segno di una maggiore vivacità della domanda”. “Il turismo ci ha aiutato – ha affermato il governatore – Obiettivo non facile da conseguire dopo gli avvenimenti connessi con i cumuli di spazzatura le cui foto hanno fatto il giro del mondo”. Nonostante l’emergenza rifiuti, il comparto ha fatto registrare un +15,6% per le presenze estere”. Anche nel settore industriale si registrano, come ha illustrato Caldoro, segnali positivi. Nel 2009, il 50% delle imprese ha denunciato un calo delle attività, un tasso che nel 2011, è sceso al 30%. Diverso il discorso sul fronte dell’occupazione, del quale Caldoro dice: “Siamo moderatamente soddisfatti”. “Il suo tasso è cresciuto, nonostante l’intervento della Cassa integrazione – ha aggiunto – Siamo di fronte a un problema storico che mal si presta a valutazioni di carattere congiunturale”. In aumento, ha ricordato, l’occupazione femminile, soprattutto nei servizi, con un +2,6%.
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